Lo sapevo da giorni che per questa domenica avrei fatto un'altra glassa.
Magari, il dolce sarebbe stato proprio un piccolo dolce. Di quelli possibilmente da estrarre dal mio affettuoso congelatore e poi semplicemente glassare...
La volevo rossa.
Che questo colore mi accompagna fin da piccola... mia madre non si truccava mai...niente ombretti, niente mascara, niente fondo tinta...nulla di nulla.
Ma ci teneva in modo particolare alle mani. E tutte le sere della domenica, era questo che faceva. Un velo di crema sulle mani bianche. Tutti i piccoli attrezzi sul bordo del tavolo e poi arrivava il magico momento in cui stendeva lentamente una riga di smalto rosso brillante.
Sempre e solo rosso.
Che lei si ostinava a chiamare Rosso Carminio.
Le guardavo le mani e mi parevano bellissime.
Io, con le mani piccole e dalle unghie inesistenti, guardavo le sue e le immaginavo, l'indomani, redigere fogli e fogli di cifre e calcoli.
Sono certa che le persone allo sportello non potevano che esserne prese e rapite da quel colore cosi lucido e intenso.
Di tutto questo mi è rimasto il ricordo. E non sembri strano che su molte cose di cui mi circondo ci sia uno sbaffo di rosso: sulla planetaria bianca, sui quaderni di cucina, sugli appunti da prendere al volo...
Oggi, in questa giornata dedicata alle madri, non sembri strano che uno sbaffo di rosso l'abbia catturato in giorni di attesa e l'abbia fatto cadere cosi, dall'alto come se uno sguardo ...da chissà dove e chissà in che modo....possa posarsi su di esso.
E farmi arrivare uno svolazzare leggero di mani sorridenti.
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