Fortissimamente biscotti.....

in , by I Dolci di Pinella, sabato, gennaio 08, 2011
Mi è ripresa incontenibile la voglia di fare biscotti.
Ma....mi era forse mai passata? Non credo. Ho avuto dei periodi di cedimento, forse. Ma non succede forse cosi quasi sempre anche nella vita reale? Il lavoro che non ti acchiappa più, un golfino di cui eri pazzamente entusiasta che adesso giace in fondo ai cassetti, un paio di orecchini che ti saresti svenata pur di averli e che ora metti a stento, con grandissima ritrosia. Succede, altro che succede.

Ma poi, scatta un qualcosa e impasti, impasti e non la finiresti più.
Che meraviglia, i biscotti.

Ne ho cosi tanti dentro la testa che mi sono resa conto solo stamattina che non posso proprio farli tutti....Si, lo so. C'è da fare qualche pacco e metterli nella pancia di un aereo ma se non ci metto un fine, non partiranno mai e sarà tutto inutile.

Va bene, solo questi ultimi con la frolla e la sfoglia insieme e poi, lo giuro! dico basta.

Per ora.

Tra i miei preferiti ci sono i frollini montati. Che siano viennesi, che si chiamino assabesi, che vengano definiti esse di frolla...poco importa. Ciò che conta è che ci sia tanto buon burro reso soffice come una spuma e unito con pazienza allo zucchero al velo e alle uova. Infine, quando arriva la farina il gioco è fatto. E poi, vaniglia, tanta vaniglia. Oppure, limone, tanto limone. Ma anche l'arancia ci sta bene da matti.

Quanto sono buoni, poi, farciti di confettura all'albicocca e intinti nel cioccolato?
Divini.

Come questi.


Assabesi alla confettura di albicocche
( da La Pasticceria da forno- Etoile)



300 g di burro
200 g di zucchero al velo
15 g di miele
1 uovo intero
1 tuorlo
360 g di farina 0 debole per biscotti
40 g di cacao amaro
vaniglia in bacche
un pizzico di sale

Tenere il burro per qualche ora a temperatura ambiente finché è morbido abbastanza da poterlo lavorare a spuma dentro il cestello della planetaria (in alternativa, con le normali fruste di un mixer). Interrompere la lavorazione per inserire, in più riprese,  lo zucchero ed il miele e continuare la lavorazione facendo attenzione ad utilizzare la minima velocità per non farlo fuoriuscire dal cestello. Quando il composto si presenta ben montato come una crema, aggiungere l'interno di una bacca di vaniglia oppure la scorza grattugiata di un limone. Aggiungere l'uovo intero nel quale è stato sciolto il pizzico di sale, farlo assorbire e poi il tuorlo. Ottenuta una crema omogenea, aggiungere la farina ben setacciata con il cacao avendo cura di sostituire la frusta con la foglia se si sta usando la planetaria oppure a mano con una spatola, dall'alto verso il basso, se si sta eseguendo la lavorazione a mano. L'impasto deve essere utilizzato subito e spremuto su fogli di carta forno mediante l'uso di una sac à poche dotata di un beccuccio rigato. I biscotti devono assolutamente riposare in frigo per alcune ore in modo da non far perdere la rigatura una volta inseriti in forno.
Far cuocere a forno alto, circa 190-200°C con lo sportello del forno ben chiuso per circa 10-15 minuti.


Far freddare completamenti i biscotti prima di velare la superficie liscia con della confettura di albicocche oppure della marmellata d'arancia. Unirli a due a due e intingere un'estremità con del cioccolato fuso temperato oppure, in alternativa, della glassa pronta al cacao.
Come ulteriore decorazione, in questo caso, ho utilizzato dei granelli di cioccolato frizzante.

Mentre li facevo mi è scattata un'idea.

Poiché la frolla montata si presta ad essere utilizzata per la formazione di piccole crostatine farcite, ho pensato che.......



Sempre con la medesima sac à poche e solito beccuccio rigato, ho sprizzato sulla carta forno delle rosette piatte. Ho deposto al centro un mezzo cucchiaino di confettura e ho sprizzato sopra un'altra rosetta. Sempre il solito passaggio in frigo e solita cottura in forno.

Beh! Non erano niente male questi frollini inventati...Tagliati in due hanno rivelato il loro succulento e profumato tesoro.....




Altri biscotti stanno facendo una lunga e paziente fila ,lì fuori dalla stanza. Tenetemi d'occhio.....

Un profumo, ad accompagnarci nel futuro.....

in , by I Dolci di Pinella, sabato, gennaio 01, 2011
Non v'è dubbio alcuno che un blog non sia un atto d'amicizia.
E, forse più di migliaia e migliaia di parole, l'immagine di un fiore può racchiudere il senso misterioso e magico dei sentimenti che impregnano queste righe e fluttuano,  come fossero ali di farfalle, tra  queste pagine.
Un fiore arrivato qui, a me, da un'amica. Silenziosa, quotidiana, presente. Un fiore che non manca di sorprendermi per la sua naturale bellezza.



Un blog come atto d'amicizia, infine. Dove sia possibile usare parole mai dette. Esprimere sentimenti sopiti. Meravigliarsi  e giocare con la spontaneità e la semplicità dell'infanzia.
E se non rimanessimo sempre un po' bimbi, come potremmo mai pensare di conoscere la vera storia dell'amore divampato in una mattina di fine anno tra un mazzo di morbide bacche e una severa e fredda bottiglia di vodka?

Estratto di vaniglia
(da un'idea di Tuki)




Un giorno d'inverno , l'ultimo giorno di un anno lieve e difficile come sono tutti gli anni, lei decise che fosse finalmente arrivato il momento di insufflare aria e vita e far nascere quell'estratto di vaniglia che era rimasto fin troppo a lungo rinchiuso tra le dita delle sue mani.
Apri lesta il cassetto magico della vaniglia e decise che fosse finalmente arrivato il momento di far prendere  luce a quel mazzo di morbide e profumate bacche, esporre il loro petto all'aria, farle innamorare perdutamente di quella eccitante vodka che aveva  acquistato in una sera di pioggia nel supermarket di fronte a casa e che la guardava  cosi severamente tutte le volte che passava il panno sul mobile dei liquori.

Le morbide e cicciose bacche di vaniglia del Madagascar, saranno state 60 g in tutto, fremevano  palpitanti tra le mani e distese sul tappetino erano  pronte ad essere divise in due per il lungo.
Consumate dall'invidia e dalla gelosia  3 bacche, ormai rese asciutte e secche dal trascorrere inesorabile del tempo, giacevano dimenticate sul fondo di un cassetto. I loro lamenti sommessi e ininterrotti erano per lei un motivo di  struggente pena, cosi intensa che divenne inevitabile immaginare anche per loro un futuro altrettanto godurioso e fragrante e profumato. Solo cosi riuscii  nell'intento di  consolarle e interromperne il brusio, sommesso e incessante. Loro, le altre, le bacche panciute come otri di vino spumeggiante e bollente, esponevano  il loro cuore gonfio di semi all'aria che si saturò di un aroma avvolgente ed inebriante. Con ardore, lei le trasformò in piccoli pezzetti che fece sprofondare velocemente sul fondo di un panciuto flacone  di vetro trasparente. Suvvia, cosi, un pezzo sull'altro.
 "In fretta che arriva la vodka"-disse loro per prepararle all'incontro. La fredda e algida e severa vodka, forte dell'alcool......ma con quanto alcool si accompagna questa signora?....40% ?..... le farà stordire le smaniose signorine africane!

Con calma, mia forte signora, le disse. Gliene bastarono 500 g per inebriare e stordire i pezzetti abbigliati di  smoking di raso lucido e scuro che attendevano come vergini spose nel portagioielli di vetro.
Ecco! Fatto. Loro, le bacche,  erano cosi impazienti che comiciarono ad  agitarsi sul fondo del flacone. Saltavano per aria a mo' di bimbi sui letti nei giorni di festa, liberarono  i loro semini ...Ma  quanti erano? Migliaia di migliaia di migliaia, certamente.......nel liquore freddo e bollente come in una girandola di fuochi d'artificio.

In fretta, lei fece indossare al lucido flacone  una mise satinata in argento brillante  tutto intorno, dalla testa ai piedi.
" Che dentro cada la notte"-pensò.
Una notte calda, intensa  con una volta di cielo tropicale. Che domani,  la vodka severa, mostrerà già i segni di un lento ma continuo e inarrestabile innamoramento. Loro, le bacche di vaniglia avranno 6 mesi di tempo per  far cadere la vodka ai loro piedi, tramortita dal profumo, inebriata dall'aroma. E durante i lunghi giorni e le lunghe notti, capirà che non potrà più tornare bianca e glaciale e severa come lo era prima. Che il suo destino è compiuto. Come fosse, dopotutto, possibile immaginare il contrario.

E in quella sera di inverno, ultima sera di un anno lieve e difficile come tanti, lei  fece oscillare il flacone di vetro scintillante come faceva da piccola con quelle bocce di vetro che , per un attimo, la facevano sognare di essere sommersa dalla neve.



Un attimo, un attimo....lei ondeggiò colpita  dai sospiri impazienti delle 3 bacche rimaste. Come sopportare la loro pena e non cercare di strappare dai loro cuori quel senso fastidioso e oltraggioso di invidia che le rendeva cosi  dolorosamente infelici? Chiamò a raccolta lo zucchero al velo. Solo lui poteva riuscire nell'intento di asciugare le loro gelide lacrime e far emergere sui loro visi stanchi e avvizziti boccioli teneri di sorrisi malcelati e contorti.

E fu cosi che in un mixer trasformato da una bacchetta magica generosa ed irreale in un luna park schizzato ad altissima velocità, loro, le secche, macilente, inutilizzabili, storte bacche si aprirono in migliaia di migliaia di frammenti e si combinarono con il candore dello zucchero, avide stavolta di serenità dopo un cosi lungo tormento.
Sapendo già che insieme al loro generoso amico zucchero e alle morbide e stanche e infantili mani di lei, sarebbero volate spesso da qualche parte, per far sorridere un po'.



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