Molto spesso succede che le persone piu' care mi chiedano di fare tripli salti mortali con avvitamento carpiato all'indietro. Tipo allestire un mini-buffet nello spazio di poche ore. Del genere che la sera sul tardi lo so per esattamente il giorno dopo. Nulla di travolgente se nel bel mezzo non ci fosse una mattina lunga-lunga di lavoro.
Pero', non facciamoci prendere dal panico e vediamo come possiamo fare.

Naturale che in casa deve esserci quasi tutto: farina, latte, panna, zucchero, lievito per torte salate, salumi, formaggi, spezie. Ma la mia mini-dispensa non mi molla mai in casi come questi. E poi, lasciamo per altre sere meno roventi tutte quelle belle preparazioni molto complicate che ci tentano dal profondo.
No, no. Cose semplici. Piccole. Veloci. Ma un po' d'effetto. Un po' particolari nel senso che dovete essere assolutamente certi che finora "loro" (i destinatari) non le abbiano mangiate mai. Cosi, l'effetto sorpresa è assicurato e contribuirà alla felicità della serata.

In genere, "loro" (i miei destinatari) sono di bocca buona e io parto sul sicuro.

Infine, e dettaglio non meno importante, occorre convincere il compagno della nostra vita a fare un salto per le cose proprio non quotidiane, stile "trovare delle ciliegie fresche assolutamente fuori stagione", ma se contemporaneamente gli promettete che l'indomani a cena avrà il suo piatto preferito il gioco è fatto ( in genere, quando io prometto la trippa, non ho impedimenti di nessun genere...) .

Se la cosa dovesse rivelarsi impossibile a farsi, ripiegate su cose piu' "normali". Al limite sostituite le ciliegie con altra frutta rossa, tanto un gambetto di cioccolato si puo' sempre inventare e magari viene pure meglio di quello vero...
Siamo intorno alle 7 della sera. Partiamo? Ovvio che si vada di frolla.

Cestini alle ciliegie
( da una ricetta di A.Ducasse)

Pasta frolla

500 g di farina
300 g di burro
200 g di zucchero semolato
2 uova
1 baccello di vaniglia

Impastare lil burro con lo zucchero. Aggiungere le uova, la vaniglia e impastare ancora ma velocemente.Setacciare la farina e aggiungerla all’impasto lavorando solo il tempo necessario per amalgamare il tutto. Far riposare per 30 minuti.
Stendere la pasta ad un’altezza di ½ cm e rivestire delle mini cartellette molto profonde.Coprire con carta forno ciascuna di esse oppure poggiare un pirottino di carta. Riempire con fagioli oppure pesetti di alluminio e infornare per circa 10 minuti. Togliere la carta.

Crema pasticciera alla panna

4 uova intere
100 g di zucchero
50 g di farina ( 40 g di amido di mais)
250 g di panna
250 g di latte intero

Far cuocere la crema. Deporre all’interno una ciliegia snocciolata munita di gambo e ricoprire con crema. Cuocere per circa 10-15 minuti a 160°C.
Quando la tartelette è fredda, velare la superficie con un po’ di gelatina neutra a freddo.


Claro che la frolla vi sarà avanzata. Fermi! Vi serve per il prossimo dolcino......Questo!Con la stessa frolla, ecco un'idea per gli amanti del cioccolato che sono sempre piu' numerosi.

Barchette di frolla con crema di cioccolato e panna
( da una ricetta di M.Santin)

Preparazione:

Rivestire con della frolla piccoli stampini ovali, prima imburrati ed infarinati. Coprire con carta forno, riempire con i fagioli e cuocere per 10 minuti a 180°C. Togliere dal forno, eliminare la carta ed i fagioli e riempirli con la crema al cioccolato.

Farcitura al cioccolato

200 g di cioccolato fondente al 55%
150 g di panna liquida fresca
50 g di latte
1 uovo

Far bollire la panna con il latte e versare il tutto sul cioccolato leggermente fuso. Mescolare bene con la frusta e aggiungere un uovo intero amalgamando bene il tutto.Versare la crema nel fondo di frolla ed infornare a 110°C per circa 5-10 minuti. La crema deve essere tremolante come quella di un budino perché, poi, freddandosi si rassoderà.

Due ore in tutto. Provare per credere. Se avete a vostra portata di mano yogurt alle ciliegie, alle albicocche, panna fresca, amarene sciroppate, un paio di albicocche residuate dall'ultimo Natale ( avete visto che ora vi servono?) e del crumble di mandorle che non puo' mancare nella vostra dispensa....il gioco è fatto. Un centinaio di bicchierini saranno pronti per essere serviti...Un po' di fantasia e...Fatto!

La ricetta è questa. Deponete un cucchiaino di crumble sul fondo del bicchierino, poi un cucchiaio di mousse alle ciliegie. Tutto in frigo e quindi un cucchiaino di sciroppo a velare e un'amarena invitante come decorazione.
Stessa ricetta per la mousse allo yogurt di albicocche.

Una generosa cucchiaiata di mousse. Passaggio in frigo (nel frattempo voi potrete sciogliere il cioccolato per l'altro dessert...) e quindi una semplice decorazione con le albicocche secche che dormono in dispensa dalle ultime feste. Mettetele in un po' d'acqua calda aromatizzata con del brandy. Quindi, scolatele, tritatele con il mixer e deponetene un cucchiaino sulla mousse. Certamente vi sarà avanzato del crumble. Ecco! Finitelo decorando un po' questi bicchierini. Ci sta benissimo una spolverata di zucchero al velo.
Enfin....le chocolat! Non si puo' non fare qualcosa con il cioccolato. E' sempre il dessert piu' atteso, fosse anche una semplicissima mousse come questa:

Non c'e' tempo, non c'e' tempo per una mousse aux trois chocolats...Pero' almeno lo strato al fondente...Ce la faccio, ce la faccio. come la decoro? Un po' di crumble, un po' di cioccolato spezzettato in briciole, un mezzo triangolino di cioccolato avanzato e ....zucchero al velo che fa sempre un po' di scena.
Il buffet dei dolci è pronto. I vassoi con la carta pizzo attendono di essere collocati in macchina all'interno di bianche scatole di polistirolo. Tutto è pronto. Una piccola auto rossa sfreccia nel buio della sera.
"Loro" sono li sulla porta ad aspettare. Appena mi vedono spengono le sigarette, si guardano tra loro come bimbi al momento di una inaspettata e deliziosa merenda.
Datemi un dolce e vi sollevero' il mondo.....

Il mio mercoledi delle ceneri

in , , by I Dolci di Pinella, mercoledì, febbraio 25, 2009
Da piccola, non prendevo molto bene il giorno del mercoledi delle ceneri. Ci si doveva alzare per tempo perchè, prima di andare a scuola, si doveva partecipare alla messa. Il parrocco, don Gino, ci conosceva tutti, uno per uno, e nessuna assenza aveva la minima possibilità di passare inosservata. Ricordo il suo pollice sulla mia fronte. Per tutto il giorno tenevo l'impronta del suo dito cosparso di cenere.
E intanto pensavo alla sign.ra Teresina, la mitica signora dei fatti fritti. L'unica, come diceva mia madre, che sapesse farli con la riga. Se i fatti fritti non avevano la riga non si poteva chiamarli cosi. Frittelle, forse.Ma non fatti fritti.

Negli anni , ho poi capito il perchè della riga. E di come non avesse nulla di sovrannaturale, nulla di magico in fondo. Era tutta una questione di lievitazione. E di cottura.

Ma, ancora oggi, quando si parla tra noi di fatti fritti, mi dicono" Ma tu , li sai fare quelli con la riga?"
A distanza di anni e anni, tutti i mercoledi delle ceneri torno indietro nel tempo.
E se questo sabato rifacessi i fatti fritti con la riga?

Fatti fritti
Vi do subito alcune note utili per la preparazione. Sono quelle che ho raccolto nel tempo dato che la sign.ra Teresina ed io non ci siamo mai piu' incontrate.
1) non vi sembri eccessiva la quantita' di lievito.Questa e' proprio quella giusta, non la diminuite.Si fa cosi in tanti paesi della Sardegna, anche distanti fra loro. Ho provato a ridurla ma non ottengo piu' gli stessi risultati
2) l'aggiunta della manitoba e' mia. Si puo' usare anche solo farina "oo"
3) l'olio per friggere deve essere caldo, ma non troppo. Altrimenti, il fatto fritto si brucia fuori e dentro e' crudo. Riscaldate bene l'olio, senza farlo fumare, poi portate la padella sul fornello piu' piccolo. Scegliete un buon olio di semi, non d'oliva. Sarebbe l'ideale lo strutto, che alla fine della cottura non si sentira' per niente
4) l'impasto, alla fine, dovra' essere molle, un po' si attacchera' alle mani, sara' sostenuto ed elastico. Non fatevi prendere dalla voglia di aggiungere farina
5) l'impasto è lavorato nel Kenwood per circa mezz'ora, ma potete farlo anche a mano, per non meno di un'ora. Ricordatevi che l'aggiunta dei liquidi deve essere fatta gradualmente, lavorando bene la pasta dopo ogni aggiunta.
Non abbiate fretta.

1 kg di farina 00 (700 gr di farina00 + 300 gr di manitoba)
150 g di strutto
150 g di zucchero
il succo di un'arancia
scorza grattugiata di un limone e di un'arancia
70 g di lievito di birra
4 uova
250 ml di latte
un bicchierino di acquavite o altro liquore forte, tipo grappa
Sciogliete lo strutto.Grattugiate il limone e l'arancia. Spremete il succo e tenetelo da parte. Scaldate debolmente il latte( immergete un dito:non deve sentirsi differenza di temperatura) e dividetelo in due recipienti. In una meta' sciogliete il lievito di birra.Lavorare nell'impastatrice un pochino le uova con lo zucchero, senza montarle troppo.Aggiungere la farina a poco a poco, magari dopo il primo mezzo kg aggiungete la scorza grattugiata, il bicchierino di liquore e lo strutto sciolto. Continuate ad aggiungere farina e iniziate a metterci il latte con il lievito. Finite di mettere la farina e continuate ad aggiungere latte con lievito ricordandovi di lavorare dopo ogni aggiunta.A questo punto tutta la lavorazione consistera' nell'impastare la massa con i liquidi che rimangono:prima l'altra meta' del latte e poi il succo dell'arancia. Io con questa farina ho consumato tutto il latte e 3/4 del succo di un'arancia media. La riuscita del dolce dipende solo dal fatto che l'impasto non deve ricevere i liquidi troppo in fretta.Alla fine l'impasto sara' come descritto sopra. Passatevi un po' di farina nelle mani e togliete l'impasto dalla ciotola.Io l'ho messo sull'asse e l'ho lavorato ancora per 5 minuti.Si attaccava all'asse di legno ma lo staccavo solo con un velo di farina e con l'aiuto di un raschietto.Coprite con un panno pulito e poi con una coperta. L'ambiente deve essere caldo in modo che l'impasto raddoppi.Ci vorra' circa un'ora.A questo punto stendete sopra un tavolo un panno leggermente infarinato.Con le mani leggermente infarinate prendete dei pezzi di pasta grandi quanto un'arancia, fate una pallina e col pollice fate un buco in mezzo, abbastanza largo; metteteli a lievitare sopra il panno nelle stesse condizioni di prima ( magari copriteli con una tovaglietta leggera) fino a quando raddoppiano di volume. Cioe' per un'altra ora. Io ho messo di lato una stufetta perche' c'era abbastanza freddo. Mettete dell'olio in una padella alta e stretta (circa una mano messa di lato) e fatelo scaldare, ma non deve essere caldissimo. Prendete una ciambella e mettetela nell'olio dal lato opposto a quello che era adagiato sul tavolo. Lasciatela cosi senza toccarla! Se l'olio e' a posto, la ciambella si colorera' lentamente. Quando e' diventata bruna, prendete due bacchette di legno( vanno benissimo quelle cinesi, se le avete) e girate il fritto dall'altra parte. Idem come sopra. Praticamente, la ciambella si gira una sola volta. Questo consentira' la formazione della striscia laterale. Quando sono dorate, scolatele in carta scottex e passatele subito nello zucchero semolato. 
COPYRIGHT © I Dolci di Pinella · THEME BY WATDESIGNEXPRESS